Il disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)

Pubblicato il 21 gennaio 2025 alle ore 14:00

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) si caratterizza per la presenza di immagini e pensieri  intrusivi ricorrenti: le  ossessioni: la persona che li sperimenta non riesce a smettere di pensarci. A questi pensieri si associa una forte attivazione emotiva che riguarda l’ansia, la paura e il disgusto, che la persona cerca di alleviare con dei  rituali comportamentali e mentali : le compulsioni. Le compulsioni sono dei rituali    che variano a seconda del tipo di ossessione che il soggetto sperimenta. Le ossessioni possono avere contenuti diversi e, di conseguenza, richiedono compulsioni diverse, adottate dal soggetto per far fronte alle emozioni spiacevoli elicitate dalle ossessioni (principalmente ansia, paura, disgusto e senso di colpa). Un esempio di ossessione può essere : “Ho chiuso correttamente la porta di casa?”; l’emozione conseguente è l’ansia, elicitata  dal dubbio, e la compulsione che potrebbe scaturire è quella di tornare indietro a controllare se la porta di casa è stata effettivamente chiusa . Seguendo il nostro esempio, nella persona in questione, si è insinuato il dubbio che la tiene  in uno stato di forte ansia,  fino a quando non si recherà a controllare che la porta di casa sia stata correttamente chiusa.  Se ci fermassimo a una valutazione superficiale di questo esempio, potremmo anche reputare tale comportamento fondato, ma ciò che lo rende problematico sono l’urgenza e la finalità che lo muovono. Infatti, quello che differenzia le preoccupazione delle persone che soffrono di DOC dalle persone che non ne soffrono, non sono i contenuti-in quanto tutti, almeno una volta nella vita, sperimentano pensieri bizzarri e lontani dal proprio modo di essere- bensì l’eccessiva importanza che a essi viene attribuita.  Le persone che soffrono di DOC, a seguito di un’ossessione, non riescono più a smettere di pensare al contenuto del pensiero intrusivo, finché non mettono in atto il rituale corrispondente per spegnere le emozioni spiacevoli associate. Le compulsioni, però, non sortiscono un reale effetto   benefico e non fanno altro che impegnare la persona in rituali dispendiosi in termini di tempo e di attenzione. Le persone affette da disturbo ossessivo-compulsivo, infatti,  tendono a trascorrere molto tempo della loro giornata in rituali e/o rassicurazioni per calmarsi dall’ansia e dalle altre emozioni negative attivate dalle ossessioni. Il DOC  è uno dei disturbi neuropsichiatrici più invalidanti per la vita di una persona. L’aspetto particolarmente critico del DOC è il dubbio che è in grado di insinuare e le trappole che crea nella speranza illusoria che le compulsioni siano lo strumento per spegnere le intense emozioni spiacevoli sperimentate.    Anche l’evitamento viene spesso adottato come strategia di gestione delle emozioni negative: evitare una situazione per non imbattersi nelle ossessioni che essa è in grado di suscitare. L’evitamento non fa altro che incrementare la paura della persona e rinforza il circolo vizioso delle ossessioni e delle compulsioni, oltre che inibire la persona nello svolgimento delle normali attività personali, sociali e relazionali.

Il DOC è un disturbo molto complesso che varia a seconda della gravità  e della  consapevolezza  che i pazienti hanno dello stesso. La consapevolezza del disturbo (insight) è un fattore importante che incide notevolmente sulla motivazione a chiedere aiuto e sul conseguente lavoro che si può fare in terapia.

 

Cosa spinge una persona a credere alle proprie ossessioni?

Molti studi hanno cercato di indagare il motivo per il quale le persone soffrono così tanto a causa delle loro ossessioni. Alcuni autori hanno suggerito che la confusione inferenziale, ossia   la  difficoltà nel discriminare tra immagini mentali e eventi reali percepiti, possa spingere  le persone a fidarsi molto più di ciò che la loro mente suggerisce, piuttosto che delle sensazioni reali provenienti dai loro sensi. Sebbene inizialmente la persona con DOC possa percepire la realtà correttamente, è più suscettibile a essere influenzata da narrazioni autogenerate, che la portano a dubitare della realtà e a dedurre uno stato di cose ipotetico (Pe´lissier & O'Connor, 2002). Sembrerebbe che le persone affette da DOC commettano un errore di ragionamento: tendono a mettere in relazione eventi che sono tra di loro scollegati; si immergono nello scenario ipotetico andando a sottrarre forza e credibilità ai dati sensoriali .Altri autori, invece, hanno riportato l’attenzione sul fatto che le persone affette dal DOC tendono a rintracciare elementi che confermino le loro idee, indipendentemente dal fatto che essi derivino dall’attività mentale o dai dati sensoriali. Quello che possiamo affermare con certezza è che le persone affette dal DOC non riescono a lasciar andare i loro pensieri ossessivi: nonostante il contenuto bizzarro,  e le scarse probabilità che lo stesso si verifichi,  sentono il bisogno impellente di ‘fare qualcosa’ per far fronte al disagio provocato dal contenuto del pensiero. Questo impedisce loro di vivere in modo funzionale  il corso degli eventi che caratterizza la loro quotidianità, compromettendo .   

Le diverse forme del DOC

Il DOC può assumere diverse sfaccettature a seconda del contenuto che caratterizza le ossessioni. La letteratura scientifica, in tale direzione, ha identificato diverse sottocategorie:

 

  • Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione: la persona che ne è affetta tende a sperimentare intensi stati di ansia, paura e disgusto a causa delle ossessioni  che hanno come oggetto tematico il timore che ci si possa contaminare/ammalare, o che gli altri possano farlo,  entrando in contatto con germi, virus o altri microrganismi. Le compulsioni relative riguardano il bisogno di lavare, pulire, disinfettare.

Esempio:

 Ossessione: "Ho toccato la maniglia di quel negozio, che potrebbe essere ricoperta di germi e virus. Potrei ammalarmi! E se fossi responsabile del contagio di qualcuno?”

Emozione conseguente: disgusto, disagio, ansia.

Compulsione: lavaggio eccessivo delle mani (o altre parti del corpo), degli oggetti e delle superfici, con intensità e frequenza variabili.

 

  • Disturbo ossessivo-compulsivo da ordine e simmetria

Si caratterizza per la presenza di pensieri intrusivi ricorrenti che hanno come oggetto tematico l’ordine e il bisogno di avere tutto sotto controllo. Chi ne è affetto tende ad avvertire il forte bisogno ti tenere tutto in  ordine e in perfetta armonia; se tale ordine viene compromesso, sperimenta intensi stati emotivi spiacevoli che spingono la persona a riordinare e sistemare il tutto secondo personali e specifici criteri.

Esempio:

Ossessione: “Qualcuno ha messo mano nella mia libreria e adesso niente è più in ordine come prima!”

Emozione conseguente: Ansia e disagio.

Compulsione: Riordinare tutto e rimettere le cose a posto come erano prima e farlo  subito!

  • Disturbo ossessivo-compulsivo con pensieri inaccettabili

Le persone, in questo caso, sperimentano ossessioni dal contenuto minaccioso e/o  socialmente inaccettabile. Le emozioni prevalenti, che le persone sperimentano in seguito al pensiero intrusivo, sono ansia, senso di colpa e disgusto. Le compulsioni che si mettono in atto sono spesso di tipo mentale, come ad esempio ripetere una frase tante volte, scongiurare lo scenario, o l’impulso improvvisamente avvertito, attraverso l’immaginazione di uno scenario alternativo più accettabile e sicuro.

Esempio:

Ossessione: “Ho pensato che quel bambino fosse carino. Se fossi un/a pedofilo/a? Se questo pensiero corrispondesse a una mia reale perversione sessuale?”

Emozione conseguente: ansia, disagio, disgusto, senso di colpa.

Compulsione: pensare a tutte le volte in cui si è stati attratti/e  da persone adulte; avere rapporti sessuali con il/la partner per confermare l’attrazione verso di lui/lei.

  • Disturbo ossessivo compulsivo di danno

Le ossessioni e le compulsioni sono orientati a riparare danni e/o prevenire eventuali probabili disgrazie. Chi ne soffre tende a pensare continuamente a tutto ciò che avrebbe potuto fare e se il proprio comportamento sia stato sempre giusto (in caso di danno); preoccuparsi eccessivamente per  probabili catastrofi al fine di scongiurarle. Nelle ossessioni di questo tipo è possibile rilevare un forte pensiero superstizioso di base, il quale fa credere al soggetto che compiere  determinati rituali, pronunciare frasi per un determinato numero di volte, possa evitare di fatto eventi spiacevoli o, addirittura, eventi catastrofici.

Esempio:

Ossessione :“Prima, mentre passavo in auto su quella strada,  mi sembra di ricordare di aver sentito un rumore. Se avessi investito qualcuno? Se qualcuno fosse in fin di vita a causa della mia disattenzione?! Sarebbe tutta colpa mia!”

Emozione conseguente: Ansia, senso di colpa

Compulsione: tornare indietro con la macchina per verificare lo scenario immaginato.

 

 

Terapia

La ricerca scientifica ha dimostrato che, tra i diversi approcci psicoterapeutici, quello cognitivo-comportamentale  si è rivelato essere trattamento di elezione per i sintomi del DOC. Una delle tecniche più utilizzate dall’approccio cognitivo-comportamentale, per aiutare i pazienti a gestire i sintomi del DOC,  è la tecnica di esposizione e prevenzione della risposta. Essa prevede diverse fasi. In una prima fase, il terapeuta spiega il DOC, le sue caratteristiche e come incide sulla vita quotidiana di una persona (psicoeducazione). Successivamente, insieme al paziente, indaga il contenuto delle ossessioni e gli stimoli esterni (persone, situazioni, oggetti) e  interni (pensieri, sensazioni, emozioni e immagini mentali) che elicitano le ossessioni. Successivamente, il terapeuta aiuta il paziente a immaginare gli scenari peggiori che si possono verificare a fronte del rinvio a mettere in atto le compulsioni. Il fine  ultimo di questa tecnica è quello di aiutare i pazienti a divenire consapevoli che le conseguenze che si teme possano verificarsi, se non si agisce la compulsione, in realtà non si verificano. Col tempo e con la pratica, il paziente diventa sempre più abile a rimandare le compulsioni per far fronte alle ossessioni, fino alla loro estinzione. Spesso, alla psicoterapia potrebbe essere utile associare un trattamento farmacologico.  Tra i diversi farmaci, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (antidepressivi di nuova generazione) risultano essere quelli più indicati per il trattamento dei sintomi del DOC.

 

 

 

Bibliografia

 

  • Aardema, F., O’Connor, K. P., Emmelkamp, P. M., Marchand, A., & Todorov, C. (2005). Inferential confusion in obsessive–compulsive disorder: the inferential confusion questionnaire. Behaviour Research and Therapy, 43(3), 293-308.

(https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0005796704000683).

 

 

  • Castellani, I., Galleschi, A., Lebruto, A., Puccetti, C., & Melli, G. (2022). Quaderno di esercizi per vincere le ossessioni. Edizioni Centro Studi Erickson.

 

  • Hezel, D. M., & Simpson, H. B. (2019). Exposure and response prevention for obsessive-compulsive disorder: A review and new directions. Indian journal of psychiatry61(Suppl 1), S85-S92. (https://journals.lww.com/indianjpsychiatry/fulltext/2019/61001/exposure_and_response_prevention_for.12.aspx) .

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